La formazione aziendale nell’era post Covid:

nuove sfide e nuovi orizzonti

 

 

 

 

 

 

 

 

 Il COVID 19 ha definitivamente spalancato

le porte all’utilizzo della tecnologia 

Dopo le difficoltà iniziali che tutti abbiamo affrontato nell’adattare gli strumenti già a disposizione per raggiungere i nostri obiettivi formativi, abbiamo cominciato a intravedere i nuovi orizzonti che la formazione a distanza permetteva di disegnare e a riflettere sulle metodologie didattiche ideali per degli ambienti di apprendimento digitali e integrati.

 

Da dove siamo partiti?

Il COVID 19 ha definitivamente spalancato le porte all’utilizzo della tecnologia e del web anche lì dove non venivano ancora impiegati e ci ha costretti a familiarizzare con l'uso di nuovi strumenti digitali per svolgere molte attività che eravamo convinti di poter fare solo di persona.

In molti casi – e soprattutto nell'istruzione – il passaggio alla modalità didattica online è stato interpretato come una semplice trasposizione degli stessi metodi utilizzati in presenza, senza alcun cambiamento nell'approccio didattico e negli strumenti utilizzati, perdendo così le vere potenzialità del digitale.

 

Tuttavia, dopo le difficoltà iniziali che tutti abbiamo affrontato nell’adattare gli strumenti già a disposizione per raggiungere i nostri obiettivi formativi, come nel caso delle piattaforme per la videoconferenza (Zoom, Microsoft Teams, Google Meet etc.), abbiamo cominciato a intravedere i nuovi orizzonti che la formazione a distanza permetteva di disegnare e a riflettere sulle metodologie didattiche ideali per degli ambienti di apprendimento digitali e integrati.

In questo percorso ci è venuta in aiuto la tecnologia stessa. Le piattaforme già disponibili hanno cominciato a rilasciare aggiornamenti sempre più frequenti con nuove funzionalità per adattarsi alle necessità dei loro utenti e si sono sviluppati molti strumenti per far sì che l’apprendimento potesse diventare un’esperienza piacevole e immersiva. Ci siamo trovati di fronte a un ventaglio di possibilità incredibilmente ampio.

L’efficacia dei corsi di Public Speaking online: si può fare di più?

Essere in grado di parlare in modo chiaro e diretto, informare e persuadere gli altri per spingerli all’azione è diventato indispensabile per i professionisti di oggi. La capacità di parlare in pubblico è infatti un’abilità comunicativa fondamentale che può aumentare l’occupabilità di un individuo e favorirne la crescita professionale. Non sorprende quindi che la capacità di Public Speaking abbia ottenuto il primo posto nella classifica delle 15 competenze trasversali che dirigenti e responsabili delle risorse umane hanno identificato come essenziali (sondaggio aacu.org) ed è ormai un requisito frequentemente menzionato negli annunci di lavoro. 

Non è un caso quindi che il numero di corsi disponibili in diverse modalità di erogazione - dall’online al face-to-face, dal sincrono all’asincrono - ideati per migliorare la capacità di parlare in pubblico sia ormai elevatissimo. Basti pensare che una semplice ricerca su Google produce circa 1.260.000.000 risultati. Poiché per molti parlare in pubblico può risultare particolarmente difficile e impegnativo, è pertanto essenziale scegliere la modalità di erogazione adatta alle proprie esigenze specifiche.

L’insegnamento del Public Speaking online ha sollevato molti dubbi rispetto all’idea che competenze relative alla comunicazione e alle relazioni interpersonali possano essere sviluppate efficacemente in un formato online. Tuttavia, come afferma Lisa Goodnight (Goodnight e Wallace, 2005), il dibattito sul fatto che la comunicazione debba essere insegnata o meno online è finito. I corsi di Public Speaking online sono una realtà e, soprattutto, possiamo affermare che possono essere efficaci tanto quanto i corsi in presenza nell’aiutare i partecipanti a migliorare la propria performance e le proprie capacità comunicative (Broeckelman-Post et al. 2019)

Grazie alla nostra esperienza, abbiamo da subito compreso come leggere di glossofobia, una fobia molto comune caratterizzata da una forte paura di parlare di fronte ad un pubblico, può aiutare solo parzialmente a superare questo problema e come per ottenere i risultati desiderati la teoria debba essere accompagnata da attività pratiche che simulino situazioni reali.  

Anche nel passare dalla formazione in presenza a quella online, abbiamo sempre adottato metodologie didattiche volte a rendere i nostri corsi di Public Speaking interattivi e partecipativi, affinché gli studenti possano fare esperienza e mettere in pratica sin da subito le tecniche apprese.

Il Public Speaking ha ottenuto il primo posto nella classifica delle 15 competenze trasversali ricercate dalle aziende oggi. 

Public Speaking e Virtual Reality:

mondi virtuali per apprendimenti reali

La formazione a distanza si è evoluta sin dagli albori di pari passo con gli sviluppi tecnologici che permettevano di percorre strade nuove ed entusiasmanti. Dalla metà dell’800, quando nasce sfruttando il sistema postale, la formazione a distanza si è affidata alla radio, alla televisione, alle audiocassette e ai CD-ROM e infine a Internet. Oggi la tecnologia a cui si guarda per il prossimo passo in avanti è quella della realtà virtuale.

Passata ormai dalla fase concettuale alla fase di implementazione, la realtà virtuale comincia ad essere utilizzata in molti contesti diversi. Rispetto ai metodi tradizionali, la formazione in realtà aumentata o virtuale ha il chiaro vantaggio di offrire la possibilità di insegnare sia conoscenze teoriche sia abilità pratiche mettendo a disposizione un ambiente di apprendimento che unisce i vantaggi di una piena personalizzazione con la mimesi della realtà.

Il più grande pregio della realtà virtuale è quello di poter facilitare il learning by doing, ormai considerato come una delle metodologie più efficaci per imparare, accelerando lo sviluppo delle competenze attraverso un apprendimento esperienziale ripetuto che coinvolge allo stesso tempo più sistemi di apprendimento nel cervello (Todd Maddox).

Questo coinvolgimento totale e attivo nell’esperienza di apprendimento permette di apprendere molto più efficacemente. Secondo quanto indicato dallo studioso Edgar Dale nel suo famoso cono, infatti, dopo due settimane, il cervello umano tende a ricordare solo il 10% di quello che legge, il 20% di quello che ascolta ma ben il 90% di quello che fa o simula.

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